5.12.2008

canavese full of grace

e non c’è niente di romantico nella decadenza di questo posto.
non riconosci le facce.
e non riconosci le tettoie di eternit ficcate nel terreno davanti a casa.
non riconosci te, non vedi più nessun lineamento. nessuno.
(in continuo ripopolamento)
senti i rumori dei trattori, laggiù in fondo, ma non ne vedi neanche uno perché l’orizzonte è morto da un pezzo.
ti manca la zappa piccolina di quando avevi una manciata di anni. e ora sai che allora stava già passando di moda, mentre carichi per la terza volta in un giorno la batteria del tuo cellulare.

poi quelle persone che non hai mai conosciuto iniziano ad andarsene, con i treni o con le pastiglie, e tu guardi Fabrizio Corona in televisione e non provi niente.
tutta quella distanza incolmabile.
inizi a rimpiangere gli anni settanta anche se sei nato nell’ottantacinque.
dai la colpa ai trasporti. poi un giorno ti trovi a scrivere…

“l’adolescenza ha il costo di un biglietto da tre euro e trenta.
durante il viaggio penso di aver lasciato alle spalle un futuro anteriore per un passato prossimo”

non c’è niente di romantico nella decadenza di questo posto.