6.22.2008

apatetico

Berlusconi sta alla democrazia come lo sperma sta allo yogurt alla meringa

6.14.2008

richiesta di autorizzazione a laurearsi con docenti di altre facoltà (laurea triennale)

Il sottoscritto ... (matricola 333456)

Nato a Ivrea il 23/12/56 aC.

Iscritto sotto condizione per l’anno accademico 2007-2008 presso la Facoltà di
Lettere e Filosofia al corso di laurea triennale in comunicazione interculturale.

Chiede

al consiglio del corso di laurea l’autorizzazione a laurearsi fuori Facoltà con il docente Corrado, titolare dell’insegnamento ...
settore scientifico-disciplinare ... (sigla), ... (dicitura estesa), appartenente alla Facoltà di Scienze della Formazione.

I motivi della mia richiesta sono due.
In primo luogo, l’interesse verso la suddetta disciplina. Un interesse maturato durante il corso tenutosi nell’anno accademico 2006-2007. Il corso di "Piacevolezza dell’ascolto" infatti, seppur macchiato da imprevisti quali l’evirazione di un debuttante e la morte di un grande rettile, ha stimolato la mia terza personalità (quella di Paolo Uccello, lettore di sanscrito) a proporre al professore detentore del titolo un percorso di tesi peraltro già in parte avviato.

In secondo luogo, la presenza della disciplina tra quelle previste dal curriculum antropologico (da me scelto all’inizio dello scorso anno sulla base delle tabelle de “la guida dello studente”) mi ha fatto ragionevolmente credere che la disciplina fosse presente tra quelle previste dal curriculum antropologico.
Tanti saluti dalla provincia.



Ringrazio il consiglio del corso di laurea per l’attenzione concessa.

6.13.2008

6.12.2008

exp.1

0 PENSIERINI:
INGRESSO

-Qual è il colore preferito del tuo colore preferito?- mi domanda Piombo sotto l’insegna BA luminosa del bar mentre camminiamo dritti sul marciapiede.
-Già.

Sono giorni che ci vediamo. Ero ospite.
Un’iniezione di adrenalina nella sua quotidianità bidimensionale.
Adesso io vivo.
–Piombo?-
Adesso lui è il parassita, in questa convivenza forzata. Mentre io.
Io devo imparare quel dannato gioco di carte.
E ho in testa un pezzo di Scout Niblett.
-Piombo, com’era quel gioco di carte?- gli chiedo.
Dinosaur egg…

-Quale gioco?-
Le sue parole sono sfocate e incollate male sulla scenografia di cartaccia.
Stiamo tornando dal lavoro di tutta una giornata, dal lavoro di tutte le giornate e camminiamo uno a fianco all’altro lungo i solchi nel marciapiede, come nello sci di fondo.
Le giornate lavorative sembrano sempre più dure, e il lavoro si stratifica sulle schiene. Noi camminiamo curvi, guardandoci i polpacci deformi.
Mi compatisco.
Non ricordo niente, niente di ciò che mi ha trascinato sin qui in un bollente pomeriggio giallo-arancione.
Non ricordo. E a volte penso che questo sia il mio unico problema.
A volte penso che quando mi ricorderò, finalmente, potrò andarmene.
Ne sono certo.
Ma per ora resto legato a lui. Questo lo so bene.
-come?-
A Piombo.
Al signor Piombo. Come mulo e come guanto di lattice. Per trainarlo e prenderlo per mano tra la folla appiccicosa umida di bibite dolciastre low-cost.
Io.
Io, lui e la scenografia.

-Non m’interessa più niente-
Non mi interessa più niente, lo giuro.
Dinosaur egg…

Come una lucertola su una pietra brucia ore al sole senza sudare, Piombo vigila sulla sua incolumità.
Stop.

6.05.2008

volantinaggio

sì alla somministrazione di farmaci ai bambini. ma niente antidepressivi. eroina