5.16.2013

la puzza

oggi sul pullman c'era un vecchio che puzzava. puzzava così tanto che pensai che se fosse entrato in un'erboristeria sarebbe esploso in mille piccole larve delle carogne. le signore facevano smorfie di disgusto, i bambini si allontanavano. il vecchio scese alla mia fermata, ma l'odore non si disperse nell'aria. l'odore gli stava intorno come un mantelo di lumache molli. mi chiesi come potesse vivere senza poter scappare da quel puzzo. dovetti passargli avanti. avevo il terrore che il puzzo s'insinuasse nella mia barba, che scavando la carne potesse succhiarmi le costole e sputarle sul marciapiede come piccole e striminzite cosce di rana. in quel momento il mio senso di umanità passò competamente in secondo piano. nessun poveraccio. nessuna pietà. solo un viscido e incommensurabile senso di vomito.

3.27.2013

attenti alle giraffe

sto tornando a casa in macchina quando una giraffa gigante di plastica verde mi taglia la strada. le passo in mezzo alle quattro zampe lunghissime trattenendo il fiato. fiù. mi chiedo per quale motivo non l'avevo vista arrivare. la ragione è che mi ero concentrato sul compromesso storico classico, ideologico, i comunisti e la democrazia cristiana e ho perso totalmente di vista il compromesso storico reale che ha progressivamente subordinato la sinistra italiana a un pugno di industriali col ciuffo. ecco perché quelli che votano il centrosinistra hanno la faccia così triste. bisogna che state attenti alle giraffe.

2.25.2013

responsabile

metto il naso fuori e ci nevica sopra. scendo. ho il cortile tondo e ricoperto di farina, gli stivaletti legati stretti alla caviglia così se mai dovessi cadere in un torrente

le gomme termiche tagliano la neve come farebbe Jeffrey Dahmer e ascolto i dEUS in macchina fino al container del seggio uno. la mia vecchia scuola media è un container grigio alto due metri e mezzo. apro le schede. vedo che ci sono un sacco di simboli nuovi tipo casa pound con un'improbabile tartaruga squadrata. poi c'è il movimento cinquestelle e i soliti moderati di centro che rifanno ogni anno la brand identity.
scrivo "vota gesù" alla camera con la matita, voto ferrando al senato. quando esco metto il piede in una pozzanghera alta una spanna e bestemmio dio. un anziano mi guarda storto. ha l'espressione del garante delle istituzioni e impugna un ombrello chiuso. gli dico che non mi sento parte di questa comunità, ho appena cambiato residenza. gli dico che la mia vita si articola in funzione delle mie relazioni personali ed è per questo che non mi trasformo in un dinosauro gigante e mi infilo sotto tokyo ad aspettare il quarto millennio. non voto il centro democratico, non voto nessuno, aspetto il disastro, intanto penso che anche se qualcuno è morto per darci il diritto di voto, noi ci stiamo consumando lenti solo per tutelare la sua memoria.