12.11.2008

c'è la neve marcia per terra. io voglio dormire. è notte e freddo e non ce la faccio. nevica ancora sulla neve marcia. voglio arrivare e poi non riuscire a dormire. se fossi a piedi cadrei per terra. invece guido e ascolto la mia testa che vibra tanto che copre lo stereo. voglio arrivare e coprirmi di piume. tra mercenasco e candia resto incolonnato dietro ad una spargisale gigante del cazzo e guardo il sale che spero che sciolga tutta la neve ma non la scioglie.

da qualche parte scoppiano le bombe e scoppiano le teste e non mi frega un cazzo



boom.
boom.
boom.
bloom.
boom.
boom.
dillinger escape plan uh?

12.08.2008

andando a vedere le luci della centrale elettrica e tornando

È il concerto delle luci della centrale elettrica a torino. Lo spazio 211 è piccolo ed è pieno di persone. Io sono sotto le casse durante l’esibizione del gruppo di spalla. Non è male il gruppo di spalla anzi. Raccontano delle belle favole punk e sono vecchi. Poi mi accentro perché sento un buco profondo nel timpano dell’orecchio sinistro. Ho un po’ di mal di testa. Entrano le luci della centrale elettrica. Non si fanno attendere più di tanto e io sono in seconda fila. Giorgio canali è un bel personaggio. Lo stimo molto, dal basso delle mie opinioni. Suona punk dall’80 circa e ha scritto e arrangiato per trent’anni tante cose che io non ho quasi mai seguito. Vasco brondi è quello che ha scritto tutte le canzoni delle luci della centrale elettrica, ed è timido e seduto. Ho comprato il cd qualche mese fa, appena uscito. L’ho già visto due volte dal vivo, un po’ per caso. Non chiacchiera un gran che col pubblico ma è sempre gentile. Acustico e violento. Visto che il suo album è lungo quello che è, recita dei testi aggiuntivi con enfasi perfetta tra un pezzo e l’altro. L’effetto funziona e allunga e complica la scaletta. Loro due sono molto bravi penso. Il pubblico risponde bene e loro fanno più rumore nelle code dei pezzi. I testi parlano di amore e merda, come mi sembra ci sia stato lasciato scritto o detto da qualche parte nel tempo, negli eco. Una ragazza di fianco a me inizia a urlare dei pezzi di alcuni pezzi. Poi continua. E ogni tanto bacia il suo ragazzo con la lingua. Lei ha un piercing in mezzo al labbro e lo sguardo perso nel vuoto, costante. Visto che qualche pezzo parla anche delle droghe pesanti mi sembra che sia una cosa normale. Mi sembra normale. Normale che lei consumi in quel momento il suo bisogno di amore tossico e disperato. In fondo le luci della centrale elettrica sono lì per questo. Perché qualcuno si costruisca qualche modello alternativo da seguire in alternativa a qualche modello alternativo da seguire.

Fumare cocaina non è una cosa romantica da vivere, ma può essere una cosa romantica da scrivere, se uno è capace a scriverlo. E lui è capace. E io mi sento allo zoo, a cercare l’amore tra le righe, vicino alla ragazza biondina che cerca le righe e basta. Penso sinceramente che le luci della centrale elettrica abbiano un tratto perfetto per disegnare qualcosa di vivo e personale e generazionale. La nostalgia e l’odio, nel degrado silenzioso. Giorgio canali è una spalla perfetta per un giovane cantautore punk romantico.

Che poi vasco brondi è un cantautore sincero penso. L’unico che abbia un tratto al passo con l’oggi (UN oggi). Penso sinceramente che molti fan delle luci della centrale elettrica restituiscano invece a vasco brondi il suo ritratto malconcio, con tutti i tratti somatici esagerati e sbagliati. Come i fan dei dari che si tagliano le braccia. Questo è essenziale. Loro credono che sia un ritratto e invece è una caricatura. Ed è solo una caricatura. Una caricatura di un cantautore punk che prova ad essere creativo. Che probabilmente sa che non è creativo in un certo senso. Dentro e fuori. che non lo può essere (creativo), senza spogliarsi dell’amore e della sincerità di cui dispone. Non si spoglia. Credo io. E questo restituire caricature e non ritratti forse è una fortuna. Una fortuna. Perché il ritratto è conformista e perfettamente totalitario. Perché un anziano punk non si rompe la testa contro il microfono per questo niente. Se lo rompe per niente. Perchè alcuni potranno ancora scrivere frasi perfette e consapevoli che altri canteranno (sguaiati e contradditori)
“e cosa racconteremo ai figli che non avremo di questi cazzo di anni zero?”

12.01.2008

il gelo sopra torino

l'altra settimana sul pullman numero cinquantanove mi sono seduto vicino ad un pupazzo di ghiaccio. e tutti ridevano. e io dicevo perchè ridete. e loro guardavano il pupazzo di ghiaccio e io ero geloso. allora l'ho lasciato sciogliersi.

"non è mai troppo tardi per essere felici" disse il pupazzo.
"sono troppo occupato a perdere tempo" rispose la sua testa mozza