2.23.2011

ARCORE

un potente signore di 75 anni si può tirare la faccia, certo. il suo chirurgo plastico lo guarda e annuisce. dice che è il caso. yes, we can. l'immagine pubblica migliora, il vecchio ringiovanisce, apparentemente, e i suoi conoscenti lo considerano una persona di bell'aspetto. il chirurgo promette addirittura che gli elettori, ad ogni sua apparizione, si sentiranno come toccati dalla grande mano invisibile di adam smith.


la faccia: questo contempla l'operazione: la faccia. si prendono due lembi di pelle dietro le orecchie e si tirano sulla nuca tendendo la superficie flaccida che ricopre gli zigomi del vecchio. ed è un po' come prendere per le orecchie bugs bunny e fissargliele su con dei chiodi da 9 pollici. il vecchio, in questo momento, ha la pelle degli zigomi sui timpani e non ci può sentire. allora il chirurgo, con una serie di manovre sulla faccia ancora anestetizzata, gli libera le orecchie, taglia la pelle di troppo, e fodera di soppiatto la montblanc con la quale il paziente firmerà l'assegno. ed è subito sera. sono le 17.30 e con la faccia siamo a buon punto. il paziente è bello come il sole e col vestito e le scarpe di cuoio nero sembra che abbia dieci anni in meno: 65. tanto basta per giustificare l'intrattenimento serale con una decina di ragazzine a strizzargli le palle. il problema del vecchio però adesso non è la faccia, è tutto il resto, che è solo tenuto insieme dall'abito.


e tu non hai mai visto un vecchio mettersi i calzini. non hai mai visto quando si china e deve assumere posizioni impacciate perché non è semplice, quando si è goffi, infilarsi i calzini. gli viene da sbuffare, da affannarsi, gli viene anche su un pezzo della colazione, tanto non è pronto a quei piccoli e semplici movimenti, come raccogliere monetine. non hai mai annusato l'alito di un vecchio che viene da un accumulo di 75 anni di cattiva digestione ed esonda nelle tue narici. e non hai mai visto la pelle delle gambe con le vene blu che sembrano grosse insegne delle sale bingo di las vegas, le dita dei piedi accavallate dalle scarpe eleganti di una vita, le grinze sulla pancia bianca e flaccida con dentro la lanuggine delle magliette armani di lana, le mani morbide che puzzano di crema e disinfettante come fossero due ospedali tentacolari, i capezzoli pelosi, radi, che guardano verso il basso come gli occhi di una ragazzina che non ha mai guardato la dignità da una prospettiva diversa mentre viene incoraggiata a spogliarsi dal relativismo strumentale di qualche grasso bastardo intellettuale di destra

2.16.2011

artigianato



2.11.2011

SAVE THE WHALES!

dalla dolce vita imparo che la direzione è questa e che questo è l'unico mondo possibile. noi non siamo in ritardo sulla tabella di marcia e non siamo decaduti, non cadremo in nessun posto dentro nessun buco, al massimo nel mezzo di una ciambella. morendo, non scenderemo da nessuna parte e non saliremo da nessuna parte, nessun paradiso o inferno. al massimo ci metteranno orizzontali. potremo provare a farci mettere verticali.


prima di morire invece possiamo farci ammazzare. poi loro potranno imbalsamarci, se lo vorranno, ma sarà dopo. prima certi si mettono delle piume in testa, altri maledicono il governo. ma io penso che sono più importanti i biscotti. non vorrei pensare veramente che sono più importanti i biscotti della colazione. ma lo penso, mentre vorrei vedere direttamente le mie ossa vive pensando che l'unico che vedrà le mie ossa vive sarà il tempo, che è anche la mia tassa sul patrimonio.


c'è il temporale. mi chiudo in macchina perché voglio stare in una gabbia di faraday, che mi sento sicuro. ma la musica è buona, qui dentro. posso cantare ad alta voce i pezzi senza vergognarmi. c'è il Mc drive, e posso dormire, e posso fare la pipì fuori dal finestrino. mi manca solo un cesso per la cacca. però potrei fare la cacca nell'involucro del panino del Mc drive e buttarla di fuori dal finestrino

2.08.2011

feminism macht frei

(uno stralcio di intervista a sara tommasi, marzo 2009.)


"non sono una puttana. io ho studiato. non è che una donna non può spogliarsi se studia, siete solo dei maschilisti legati a un'idea di donna che è passata ormai, ciao, se n'è andata. io ho studiato alla bocconi, e ho anche due tette meravigliose. e beh? le faccio vedere quando mi pare e piace, sono una donna emancipata io. è anche questo il femminismo: sfruttare gli interessi di un mondo maschilista che guarda solo le tette. e arricchirsi con questo. arricchirsi con voi poveracci che pensate che la donna è solo tette e culo. ma non sapete che adesso con tette e culo noi vi prendiamo tutti i soldi, mica altro. i soldi, gli stipendi, vi prendiamo tutto e ci sentiamo anche guardate e apprezzate. non abbiamo nessun potere politico ma lo rappresentiamo, non prendiamo decisioni, ma a voi tanto che cazzo vi importa delle decisioni? è questo quello che conta, ciò di cui sentite la necessità. il vostro bisogno primario sono le mie tette. quindi non datemi della puttana, io sono un'imprenditrice. e vendo tette. le mie tette. e voi le comprate e io adesso ho un sacco di soldi."

2.04.2011

prospettive pigre

uno- ieri ho pensato "ora mi addormento, mi risveglio tra 400 anni che sono un calamaro gigante. poi mi pescano e vengo servito freddo al matrimonio del nuovo re di prussia."
due- [...]
uno- sì, tornerà la prussia.
due- uhm... io mi accontenterei di un totale collasso della società. si torna alle tribù. la tecnologia regredisce. e io caccio sconosciuti.


uno- ottimo. meno individualista, più cacciatore raccoglitore.
due- sì, ma poi non avrò voglia di macellarli bene, quindi molto andrà sprecato.

si ringrazia matteo piovanelli detto "bovaz" ("due", nel dialogo) per il dialogo spontaneo e il buonumore