12.11.2008

c'è la neve marcia per terra. io voglio dormire. è notte e freddo e non ce la faccio. nevica ancora sulla neve marcia. voglio arrivare e poi non riuscire a dormire. se fossi a piedi cadrei per terra. invece guido e ascolto la mia testa che vibra tanto che copre lo stereo. voglio arrivare e coprirmi di piume. tra mercenasco e candia resto incolonnato dietro ad una spargisale gigante del cazzo e guardo il sale che spero che sciolga tutta la neve ma non la scioglie.

da qualche parte scoppiano le bombe e scoppiano le teste e non mi frega un cazzo



boom.
boom.
boom.
bloom.
boom.
boom.
dillinger escape plan uh?

12.08.2008

andando a vedere le luci della centrale elettrica e tornando

È il concerto delle luci della centrale elettrica a torino. Lo spazio 211 è piccolo ed è pieno di persone. Io sono sotto le casse durante l’esibizione del gruppo di spalla. Non è male il gruppo di spalla anzi. Raccontano delle belle favole punk e sono vecchi. Poi mi accentro perché sento un buco profondo nel timpano dell’orecchio sinistro. Ho un po’ di mal di testa. Entrano le luci della centrale elettrica. Non si fanno attendere più di tanto e io sono in seconda fila. Giorgio canali è un bel personaggio. Lo stimo molto, dal basso delle mie opinioni. Suona punk dall’80 circa e ha scritto e arrangiato per trent’anni tante cose che io non ho quasi mai seguito. Vasco brondi è quello che ha scritto tutte le canzoni delle luci della centrale elettrica, ed è timido e seduto. Ho comprato il cd qualche mese fa, appena uscito. L’ho già visto due volte dal vivo, un po’ per caso. Non chiacchiera un gran che col pubblico ma è sempre gentile. Acustico e violento. Visto che il suo album è lungo quello che è, recita dei testi aggiuntivi con enfasi perfetta tra un pezzo e l’altro. L’effetto funziona e allunga e complica la scaletta. Loro due sono molto bravi penso. Il pubblico risponde bene e loro fanno più rumore nelle code dei pezzi. I testi parlano di amore e merda, come mi sembra ci sia stato lasciato scritto o detto da qualche parte nel tempo, negli eco. Una ragazza di fianco a me inizia a urlare dei pezzi di alcuni pezzi. Poi continua. E ogni tanto bacia il suo ragazzo con la lingua. Lei ha un piercing in mezzo al labbro e lo sguardo perso nel vuoto, costante. Visto che qualche pezzo parla anche delle droghe pesanti mi sembra che sia una cosa normale. Mi sembra normale. Normale che lei consumi in quel momento il suo bisogno di amore tossico e disperato. In fondo le luci della centrale elettrica sono lì per questo. Perché qualcuno si costruisca qualche modello alternativo da seguire in alternativa a qualche modello alternativo da seguire.

Fumare cocaina non è una cosa romantica da vivere, ma può essere una cosa romantica da scrivere, se uno è capace a scriverlo. E lui è capace. E io mi sento allo zoo, a cercare l’amore tra le righe, vicino alla ragazza biondina che cerca le righe e basta. Penso sinceramente che le luci della centrale elettrica abbiano un tratto perfetto per disegnare qualcosa di vivo e personale e generazionale. La nostalgia e l’odio, nel degrado silenzioso. Giorgio canali è una spalla perfetta per un giovane cantautore punk romantico.

Che poi vasco brondi è un cantautore sincero penso. L’unico che abbia un tratto al passo con l’oggi (UN oggi). Penso sinceramente che molti fan delle luci della centrale elettrica restituiscano invece a vasco brondi il suo ritratto malconcio, con tutti i tratti somatici esagerati e sbagliati. Come i fan dei dari che si tagliano le braccia. Questo è essenziale. Loro credono che sia un ritratto e invece è una caricatura. Ed è solo una caricatura. Una caricatura di un cantautore punk che prova ad essere creativo. Che probabilmente sa che non è creativo in un certo senso. Dentro e fuori. che non lo può essere (creativo), senza spogliarsi dell’amore e della sincerità di cui dispone. Non si spoglia. Credo io. E questo restituire caricature e non ritratti forse è una fortuna. Una fortuna. Perché il ritratto è conformista e perfettamente totalitario. Perché un anziano punk non si rompe la testa contro il microfono per questo niente. Se lo rompe per niente. Perchè alcuni potranno ancora scrivere frasi perfette e consapevoli che altri canteranno (sguaiati e contradditori)
“e cosa racconteremo ai figli che non avremo di questi cazzo di anni zero?”

12.01.2008

il gelo sopra torino

l'altra settimana sul pullman numero cinquantanove mi sono seduto vicino ad un pupazzo di ghiaccio. e tutti ridevano. e io dicevo perchè ridete. e loro guardavano il pupazzo di ghiaccio e io ero geloso. allora l'ho lasciato sciogliersi.

"non è mai troppo tardi per essere felici" disse il pupazzo.
"sono troppo occupato a perdere tempo" rispose la sua testa mozza

11.24.2008

Skin anatomy





11.19.2008

barzellette sui carabinieri parte seconda

tutto d'un fiato.

le forze dell'ordine, dopo la mancata condanna dei loro agenti più "creativi" assegnati al reparto "torture e maltrattamenti" istituito durante il g8 presso la scuola diaz, ordineranno galvanizzati le nuove volanti che differiranno radicalmente per colore e modello da quelle attualmente in uso.

saranno delle uno bianche

(risate finte. in calare)

11.18.2008

brunetta goal

quando brunetta dice che tutti i fannulloni sono di sinistra intende che ha personalmente intervistato tutti i fannulloni o che ha solamente analizzato un campione significativo (?) di 1000 lavoratori fannulloni estrapolati a loro volta da un campione consistente in un numero x di lavoratori generici? vorrei sapere come brunetta abbia potuto individuare ed estrapolare i lavoratori fannulloni da quelli generici. per esempio con un'intervista discorsiva guidata in modo che il singolo lavoratore abbia potuto avere l'opportunità di esternare le proprie preferenze politiche o i propri gusti in tema di turismo sessuale così da poter dare a brunetta l'occasione di gestire la ricerca assoldando uno sceriffo ombra adibito al pedinamento quotidiano dell'eventuale ignaro lavoratore fannullone sinistrorso. parallelamente vorrei inoltre sapere se ha previsto una scala del grado di fannullonità da sottoporre agli sceriffi nella compilazione di un eventuale questionario post. (una scala da 0 e 5, per esempio, in cui 0 corrisponde alla voce "non fannullone" e 5 corrisponde alla voce "molto fannullone")

[...]

brunetta non mi interessa che tu sia basso brutto o arrogante.
mi importa che tu sei insignificante e soprattutto non significativo.

11.14.2008

barzellette sui carabinieri

ignoranza e abuso di potere.

"le forze dell'ordine sono così vergognosamente impunite che tra un paio d'anni si faranno ammazzare dai loro infiltrati".

(risate finte. in calare)

11.11.2008

nocino "BAM" s.p.a. (società per alcolizzati)














etichette.

10.31.2008

il relativismo spiegato a walt disney

PROLOGO
scendo dal treno. torno a casa e ho la testa che mi scoppia. decido che prima faccio la cacca, poi prendo un moment rosa per i dolori mestruali che però mi fa passare il mal di testa. mentre faccio la cacca mi ricordo di quella ragazza sul treno che guardava di storto la donna velata che non riusciva a far tacere il bambino piccolo che piangeva. che madri degeneri le madri musulmane. la ragazza aveva un coniglio bianco cucito sul cappello rosa. e mi stanno sul cazzo le ragazze coi cappelli rosa. credo che abbiano dei gusti orribili. e credo che se hai un coniglio cucito sul cappello rosa per me non dovresti neanche avere il diritto di votare per i tuoi rappresentanti di classe. chi cazzo credi di essere per guardare storto le donne col velo.

EPILOGO
quando finisco la cacca vado a prendermi il moment rosa per il mal di testa. intanto penso che i miei criteri di valutazione valgono come quelli della ragazza col cappello rosa e divento triste. mi accorgo che il cappello rosa con il coniglio bianco cucito sopra e il velo sono la stessa cosa. sono parametri vuoti. penso che non potrò condannare il giudizio dell'una sull'altra finchè continuerò a odiare la ragazza col coniglio bianco cucito sul cappello rosa. piano piano il moment fa effetto.

FINE
la cultura è una cosa così grande che non possiamo definirla tutta con un simbolo, due simboli nemmeno.
la cultura ha infiniti sottoinsiemi con infiniti sottoinsiemi.
la cultura è in ogni chiesa, in ogni sguardo, in ogni elastico per i capelli.
la cultura non la puoi circoscrivere perchè non puoi uscire per farle una fotografia. perchè non puoi uscire.
la cultura è l'unico vero dio di ognuno. negalo quanto vuoi, chiamalo pure come cazzo ti pare



sei e rimani uno spettatore

10.30.2008

redistribuzione

qualcuno metta un cazzo in bocca a cossiga.

(...)
iscriviti al gruppo "a cossiga piace alla spina"
su facebook.

10.22.2008

il lardo di colonnata

eri così impegnata a fissarmi cercando di capire chi fossi. un puzzone un macellaio un usuraio uno che ci sta dentro uno stronzo un chiacchierone un bauscia sotto copertura zorro un cosacco zorro qualcun'altro.

ti hanno rubato tutto. dal tempo agli organi interni

10.19.2008

seconda parte

ok smettila con questa mania del globale. il tuo futuro è locale. li senti gli odori? solo pensando alle tue scelte quotidiane potrai servire alle scelte di qualcun'altro. dormi nel fieno, aspetta il proprietario assonnato e sovrappeso. che ti venga a cercare con il forcone. pensa in piccolo. il grande non esiste. il grande è la dimensione che si da ai propri sproloqui. vivi nel passato quanto cazzo ti pare. non ti scordare mai del presente e lavati a pezzi. ricordateli tutti. uno a uno. poi asciugati tutto insieme.

se devi buttare un barattolo sporco tanto vale che lo butti dentro l'indifferenziato, non nel vetro, altrimenti sporca gli altri barattoli che poi non puoi riciclare. -e te ci credi in dio?- cazzo vuoi. non buttare il barattolo nell'indifferenziato. lavalo con la tua spugnetta perché è questo quello che hai. conserva tutti i tuoi barattoli vuoti prima di buttarli giù dal buco, e dai loro dignità. col tempo ti ritorneranno in casa come bottiglie piene d'acqua. calcia il rancore. calcia i rimpianti. calcia gli errori a posteriori e il fante di ori. calcia il senso di colpa e se non ci arrivi, piuttosto, diventa cannibale. ti sei fatto bello grande, ormai. appoggia le mani sul forno. terzo scatto a destra, l'indicatore sulla ventola. centottanta gradi e fatti forza.

10.17.2008

Bovaz B.I.G. tribute

"comunque, ad averla la posibilità. Invece no. Nente da fare. La gente pesa e le società vengono edificate su altre società in maniera interminabile. Una molliccia società su di un'altra, a coprirla tra le sue pieghe, e ancora un'altra, molliccia e umida.

Fa davvero un caldo fottuto, per essere ottobre."

by
boz

10.12.2008

lettera a vuoto

i bambini si buttano sotto alle macchine lanciate, di questi tempi. tu non farlo. se hai i serpenti che ti passano sulla schiena, non stare fermo. potresti rimanere fermo per sempre. ci siamo sentiti tutti usati, ricordalo. ti frantumo le ossa del bacino con una zappa. contento? non senti l'odore dei ragni? ci sono troppi ragni qui. ho due zampe incollate sul muro. ti frantumo il bacino, ricorda. affronta le salite col sorriso. tanto brucerai dentro e piano piano ti uscirà il fumo dallo spazio tra gli incisivi superiori. questo ottobre è caldo e c'è l'immondizia in tutti i giardinetti. da questo ottobre a dio sudano le palle anche in autunno. vota ferrero, evita quella merda di vendola. vendola merda. puzza di zolfo e crèpes. dimentica che il comunismo ha problemi di marketing. dimentica che è tutto così lontano. dimenticalo per sempre. se proprio vuoi votare vendola ti frantumo le ossa del bacino con il calcio del fucile. che fucile? mi chiederai. un fucile. ti deve bastare, come la mongolfiera per i giri del mondo in ottanta giorni. guardati i piedi, ogni tanto. smettila di guardare le impronte. credi nell'amore in tutte le sue forme. senti la rabbia. sempre

9.30.2008

herman dune. svizzera





il "gruppo preferito" della mia cosiddetta post adolescenza. ascolto tante cosette così, ma loro vincono sinceramente. vincono, credo. quindi alan non essere molesto. è una questione affettiva.

9.16.2008

emokids

Nel mondo della musica le generazioni di giovani drogati e non, si sono sempre susseguite e diffuse (così sembra) rispecchiando la calligrafia delle società di appartenenza. Il contesto storico e culturale ha sempre influenzato i modi di aggregazione dei gruppi e delle sottoculture, in ambito pop. Gli stereotipi con i quali cerco di comporre il mio apparato teorico sono imbarazzanti.

A partire dagli anni sessanta, l’occidente più industrializzato ha visto allevare, promuovere e giustificare l’individualismo come semplice ed essenziale strategia di controllo sociale. Ciò è avvenuto attraverso libere, liberissime politiche liberali e liberiste (nonché grazie alla presenza di regimi militari in un “altrove” indispensabile per la coscienza di adam smith).
Dagli anni sessanta in poi, le generazioni si sono viste assimilare a questa tendenza (con buona pace di devendra banhart e del suo collettivo freak-oriented).

Abbiamo visto pop star promuovere la condivisione di organi sessuali, allucinogeni, banalità e genialità in un momento storico che non faceva differenza. Persone che in qualche modo credevano nella cooperazione e nell’importanza di avere un’opinione, esercitando la democrazia nella sua forma più consapevolmente partecipativa. Qualcuno forse pensò di ridefinire il concetto di conformismo.
Poi le cose andarono diversamente.

Il punk si schierò apertamente contro. Nauseato.
Morì nel giro di due anni perché strabico.
La tatcher sorrise, mentre i clash circumnavigavano l’inghilterra guardando i fans e il basso contemporaneamente.

L’ignoranza tecnica promossa dal punk è il sale del neocapitalismo. Bassi costi e bassa qualità in un un mare di spot pubblicitari. Iniziammo a perdere quattro decimi dall’occhio sinistro.

Odio i due punti.
(amo le parentesi).

L’idea del punk eppure rimase impigliata da qualche parte, negli anni successivi. Tutta la musica più o meno indipendente degli anni ottanta e novanta se ne riempì le tasche.
L’elettro “dance” pop faceva ballare un pubblico disinteressato. Io ci nacqui in mezzo, agli anni ottanta. Per esempio.
La musica creativa rimase incastrata nello sporco dei solchi, tra le mattonelle di un cesso pubblico. Molti se la dimenticarono.

Cadde il muro a berlino, e tutti pensarono che fosse una cosa fantastica.
-è caduto il muro di berlino!-
-fico. andiamo a berlino est a vedere come disegnano gli omini dei semafori?-
Essere liberi, e finalmente incapaci di giudicare.

Gli anni novanta, gli anni novanta.
Prima di corona.

Cobain fu un punk annoiato, a vent’anni.
Venne frainteso, naturalmente. Un’intera generazione di disadattati pretese di riconoscersi in lui. Pretese di riuscire a vedere riflesso il proprio disagio nella sua anoressia.
Ognuno assomigliava fisicamente a kurt cobain. Lombroso rivendicò uno spazio nel sussidiario e in alcuni saggi di storia contemporanea. L’osservatore romano gli diede la prima pagina.
Incarnando lui stesso un “movimento”, cobain cadde vittima di qualche scompenso.
Non riuscì mai a morire di overdose.

Il grunge nel frattempo non riuscì mai ad essere un movimento, nonostante la buona volontà di piero chiambretti. Ad ogni modo riuscì a promuovere le parole “vuoto” e “disperazione”. E le magliette strette con le righe orizzontali.
Vennero accostati ad esso caratteri quali l’introspezione e la nostalgia per l’eroina degli anni settanta.
Cobain esausto si sparò in bocca con un fucile.

Gli anni zero, illuminati dalle luci della centrale elettrica, si spensero.
Oggi possiamo vantare una vasta schiera di emokids con lo schiaffo.
?

Quelli che si tagliano.

Possiamo finalmente guardare al futuro con ottimismo.

9.14.2008

tributo

david foster wallace si è impiccato.

un saluto dal basso

9.11.2008

la puzza dello zolfo

ho parlato con la tua testa mozzata. gli ho chiesto perchè i duecentocinquanta chilometri orari in galleria. la macchina era tutta schiacciata e tu non c'eri più. mi ha detto che gli prudeva la pianta del piede destro.

future is now

torino, 1932.
un avventore brizzolato mi trattiene per un'anca.
-mi tolga le dita dall'anca-
-scusi, lei vorrebbe iscriversi al partito democratico?-
ha gli incisivi superiori accavallati e si mangia le lettere s,u,s,l,v,b,e,s,c,r,a,l e la parola democratico.
-non so, non credo di avere tempo, in generale-
un topo si rotola tra i miei piedi. disegna un otto con il sangue fuoriuscito dal suo addome. lo chiamo spud.
-non è così tanto impegnativo-
l'avventore brizzolato indossa una giacca gialla e assomiglia a john cleese. penso che dovrei comprare un'arma da fuoco.
-ho palestra e tennis. e sono assessore nelle bestie di satana. riunioni martedì e venerdì-
-capisco-
-depiscopo-
il topo scompare e ricompare sulla mia spalla sinistra. fermo spud, sto parlando col signore. spud? l'avventore brizzolato ora ha una giacca scozzese sul verdone.
-lei legge panorama?-
-sì, a volte. non è male se si considera che è scritto da una sola persona-
-sì? non sapevo. e da chi, si può sapere? lei ha un topo sulla spalla-
metto un dito in bocca a spud. mi trasmette una malattia esotica. mi sento trasformare in un cantante di bossanova.
-grazie. iva zanicchi. è molto brava- annuisco con un impercettibile accento brasiliano.
-quel topo ha un cazzo enorme- lo indica.
-lo sa che so sbudellare un gufo con i piedi?-
intono una cover dei D.N.A.
-molto bene. lei vota?-
-...-

9.04.2008

snoop dog

stavo passando sullo sterno di torino, in ritardo. camminavo forte e mi interrogavo su tutto ciò che vedevo, sulle persone, sulla loro percezione di me, su cose vaghe e impalpabili come altre cose. c'era profumo di pop corn.

Una signora paffuta stava cacciando dei volpini dalla sua vetrina di libri vergini, quando una ragazza mi superò lanciata con la testa bassa e i piedi a papera. i capelli lunghi le coprivano il viso, mentre sculettava in modo innaturale dentro ad una gonna gialla che si stringeva alle caviglie.
era alta uno e sessanta circa.
mi chiedevo dove avesse trovato il tempo per camminare.
mi chiedevo quale il congiuntivo giusto.

in piazza castello c'era una ragazza bellissima con i capelli rosa fosforescenti alti in una cresta lunga una spanna. ho pensato che doveva essere stato difficile quella mattina farsi una cresta lunga una spanna. o svegliarsi con una cresta lunga una spanna.
quindi ho pensato che è bello credere in qualcosa.

la mentalità borghese striscia, strizza tutti i fazzoletti intrisi di lacrime e sangue buttati. poi vende ai loro proprietari litri di acqua benedetta, sangue di cristo e un set di corna rosse aromatizzate portafortuna.

senza parole



8.10.2008

flight plan. olimpiade 2008

solo argento per la korea del nord. perde in finale contro l'acne

8.08.2008

portabandiere

ci sono un sacco di cinesi alla sfilata di apertura delle olimpiadi. moltissimi cinesi. una marea. in testa al gruppo yao ming e kung pao jr., quello che ha cucito la bandiera degli stati uniti.

8.04.2008

gummo

ecco, diciamo.
il mio film preferito.
diciamo.

mike skinner (mr. mike skinner)







7.19.2008

in questo mondo libero

guardando "in questo mondo libero" si può intendere che la libertà di ognuno confini con la libertà dell'altro sempre. quando una persona guadagna libertà, più o meno direttamente altri ne perdono una parte. pensare il contrario sarebbe come pensare di invadere la svizzera senza invadere la svizzera.
per estremo. quando un telegiornale nazionale pubblico parla dell'incessante crescere del costo della vita e successivamente dell'acquisto peraltro molto economico di ronaldino(gn) da parte del a.c.milan, vuol dire che la libertà dell'individuo si trova in una posizione conflittuale con il bene comune.
quello che un politico dovrebbe sapere, quello che una persona appartenente a questo favoloso mondo libero "occidentale" dovrebbe sapere, è che non è la libertà, la ragione prima caratterizzante un regime democratico autonominatosi civile, ma la non-libertà, la rinuncia a una parte di essa in nome della pacifica convivenza pubblica (secondo le norme del discreto vicinato).

per questo il popolo delle libertà dovrebbe scavare sotto la propria etichetta. per scoprire quantomeno la contraddizione nello slogan.

la libertà non è esclusiva.
se ognuno è libero.
se ognuno è libero di limitare le libertà altrui tramite l'esercizio della propria.
se lo sfruttamento del lavoro, la fame, la povertà vengono giustificate e relativizzate nel nome di un nuovo supremo ordine mondiale.

allora.

il concetto stesso di vita può essere relativizzato.
il concetto stesso di concetto.
la dignità, il rispetto dell'autorità, nient'altro che cenere e costrutti teorici per un mondo che non c'è.
ognuno è logicamente libero di sparare.

questa è la conseguenza della vostra libertà.

7.17.2008









NOTWIST.

7.14.2008

la pelle del pollo quando è un po' cruda

ho iniziato a leggere il signor delillo. americana.
trovo che chiamare un cocktail disgustoso "aborto spontaneo", sia un'ottima idea.

ultimamente penso che il relativismo e la razionalità siano indispensabili, in un ipotetico dibattito pubblico. poi penso che il relativismo non porti da nessuna parte. penso invece che bisogna barricarsi e provare qualcosa.
già, barricarsi e provare qualcosa.
io sfrutto il relativismo per avere ragione. e per giustificare il mio ultra pacifismo pro- tarallucci, multiculturalismo vino e caffè doppio.
poi voglio tagliare i polsi al general manager della reebok.

penso che quando morirò verrò sotterrato con tutte le mie contraddizioni ordinate in ordine alfabetico.

il relativismo è solo uno strumento. come il basilico o il trinciapollo.


(infine)
con la storia del relativismo non si può perdere mai, sappiatelo.
come a tris quando scopri il trucchetto.

7.11.2008

vado al massimo

qualcuno ha sentito La Russa parlare di antiberlusconismo e antimafia?

beh, d'altronde con Berlusconi bisogna conviverci.

6.22.2008

apatetico

Berlusconi sta alla democrazia come lo sperma sta allo yogurt alla meringa

6.14.2008

richiesta di autorizzazione a laurearsi con docenti di altre facoltà (laurea triennale)

Il sottoscritto ... (matricola 333456)

Nato a Ivrea il 23/12/56 aC.

Iscritto sotto condizione per l’anno accademico 2007-2008 presso la Facoltà di
Lettere e Filosofia al corso di laurea triennale in comunicazione interculturale.

Chiede

al consiglio del corso di laurea l’autorizzazione a laurearsi fuori Facoltà con il docente Corrado, titolare dell’insegnamento ...
settore scientifico-disciplinare ... (sigla), ... (dicitura estesa), appartenente alla Facoltà di Scienze della Formazione.

I motivi della mia richiesta sono due.
In primo luogo, l’interesse verso la suddetta disciplina. Un interesse maturato durante il corso tenutosi nell’anno accademico 2006-2007. Il corso di "Piacevolezza dell’ascolto" infatti, seppur macchiato da imprevisti quali l’evirazione di un debuttante e la morte di un grande rettile, ha stimolato la mia terza personalità (quella di Paolo Uccello, lettore di sanscrito) a proporre al professore detentore del titolo un percorso di tesi peraltro già in parte avviato.

In secondo luogo, la presenza della disciplina tra quelle previste dal curriculum antropologico (da me scelto all’inizio dello scorso anno sulla base delle tabelle de “la guida dello studente”) mi ha fatto ragionevolmente credere che la disciplina fosse presente tra quelle previste dal curriculum antropologico.
Tanti saluti dalla provincia.



Ringrazio il consiglio del corso di laurea per l’attenzione concessa.

6.13.2008

6.12.2008

exp.1

0 PENSIERINI:
INGRESSO

-Qual è il colore preferito del tuo colore preferito?- mi domanda Piombo sotto l’insegna BA luminosa del bar mentre camminiamo dritti sul marciapiede.
-Già.

Sono giorni che ci vediamo. Ero ospite.
Un’iniezione di adrenalina nella sua quotidianità bidimensionale.
Adesso io vivo.
–Piombo?-
Adesso lui è il parassita, in questa convivenza forzata. Mentre io.
Io devo imparare quel dannato gioco di carte.
E ho in testa un pezzo di Scout Niblett.
-Piombo, com’era quel gioco di carte?- gli chiedo.
Dinosaur egg…

-Quale gioco?-
Le sue parole sono sfocate e incollate male sulla scenografia di cartaccia.
Stiamo tornando dal lavoro di tutta una giornata, dal lavoro di tutte le giornate e camminiamo uno a fianco all’altro lungo i solchi nel marciapiede, come nello sci di fondo.
Le giornate lavorative sembrano sempre più dure, e il lavoro si stratifica sulle schiene. Noi camminiamo curvi, guardandoci i polpacci deformi.
Mi compatisco.
Non ricordo niente, niente di ciò che mi ha trascinato sin qui in un bollente pomeriggio giallo-arancione.
Non ricordo. E a volte penso che questo sia il mio unico problema.
A volte penso che quando mi ricorderò, finalmente, potrò andarmene.
Ne sono certo.
Ma per ora resto legato a lui. Questo lo so bene.
-come?-
A Piombo.
Al signor Piombo. Come mulo e come guanto di lattice. Per trainarlo e prenderlo per mano tra la folla appiccicosa umida di bibite dolciastre low-cost.
Io.
Io, lui e la scenografia.

-Non m’interessa più niente-
Non mi interessa più niente, lo giuro.
Dinosaur egg…

Come una lucertola su una pietra brucia ore al sole senza sudare, Piombo vigila sulla sua incolumità.
Stop.

6.05.2008

volantinaggio

sì alla somministrazione di farmaci ai bambini. ma niente antidepressivi. eroina

5.12.2008

canavese full of grace

e non c’è niente di romantico nella decadenza di questo posto.
non riconosci le facce.
e non riconosci le tettoie di eternit ficcate nel terreno davanti a casa.
non riconosci te, non vedi più nessun lineamento. nessuno.
(in continuo ripopolamento)
senti i rumori dei trattori, laggiù in fondo, ma non ne vedi neanche uno perché l’orizzonte è morto da un pezzo.
ti manca la zappa piccolina di quando avevi una manciata di anni. e ora sai che allora stava già passando di moda, mentre carichi per la terza volta in un giorno la batteria del tuo cellulare.

poi quelle persone che non hai mai conosciuto iniziano ad andarsene, con i treni o con le pastiglie, e tu guardi Fabrizio Corona in televisione e non provi niente.
tutta quella distanza incolmabile.
inizi a rimpiangere gli anni settanta anche se sei nato nell’ottantacinque.
dai la colpa ai trasporti. poi un giorno ti trovi a scrivere…

“l’adolescenza ha il costo di un biglietto da tre euro e trenta.
durante il viaggio penso di aver lasciato alle spalle un futuro anteriore per un passato prossimo”

non c’è niente di romantico nella decadenza di questo posto.

4.29.2008

christina chiaborto

vedremo piovere teste.
-quando smetteranno?-

(...)
polifemo dice tra 5 minuti.
-io dico tra 2-

fico.
-fico-

4.15.2008

tre metri sopra il cielo

forza itaglia

4.14.2008

there will be blood (sub.ITA)

mettiamoci a scavare,
che il fondo arriva prima dell'acqua

Emule è pieno di porno

4.04.2008

G(randefratello)8

suzy- fica la tua maglietta con le frange in alluminio e saccarosio. minchia zama-

(il poliziotto la bastona finchè non le escono le ovaie dai talloni,
poi il poliziotto prova ad ingoiare il casco per intero, ma gli resta tutto tra le guance. il poliziotto assume l'aspetto di un grosso cazzo.
il pubblico ride.
fine)

oggi ho guardato inland empire di david lynch.
poi ho scritto una poesia

4.02.2008

gong. vota monarchico

dopo lunghi interminabili giorni, il cacao magro vinse una guerra truculenta purulenta contro se stesso, il menestrello di giove.

folla -è tornato il cacao magro!-
cacao magro -presto, qualcuno mi porti. una cedrata, l'aridità nelle fauci delle fauci, gli orsetti... tutti intorno che ballano e mangiano tutti i vostri cadaveri!- strilla il cacao magro.
folla -il cacao magro è impazzito- bisbiglia tra se e se.
cacao magro -no- secco.

(improvvisamente un periodo di latenza per la folla svezzata)

bruno vespa -una cedrata per il cacao magro. amintore galli? sì, proprio tu- indica amintore galli.
cacao magro -grazie, bruno vespa-

(la folla riflette passeggiandosi intorno)

folla -vogliamo una puntata sul menestrello di giove. vogliamo la sua testa con le budella tutte intorno al collo mentre un pesce spada gli trafigge gli occhi uno alla volta. la rabbia non è data da un solo solo punto esclamativo, ma da un dio cattivo che ci trafigge con lance e denti di bestie mostruose primitive molto magroline-

(il cacao magro si tiene il petto stringendo il capezzolo destro)

bruno vespa -no. faremo una puntata sul bacio orizzontale, e sul bacio verticale- pronuncia solennemente, con sommo sbigottimento di amintore galli su tutti.

elezioni 2008.

3.10.2008

agamennone disegna i fianchi della barbie

all'età di 14 anni agamennone si comprò un paio di robuste scarpe enormi. veramente grandi.
"sono per la crescita", così zittiva i propri detrattori.

agamennone non crebbe più.
fu costretto a camminare male per tutta la vita.

2.13.2008

argonauti nell'acido

quante persone con le scarpe a punta... (risate di morti, poi applausi)

sodoma -questo post fa schifo-
gomorra -sono d'accordo con sodoma...

questo è dedicato alla signora coi capelli alla val kilmer che si sente così lontana. dedicato a qualcosa di alto, come dio, satana, i tetti o i capelli del bovaz

2.11.2008

normodotati (stilizzazione, parodia e rivoluzione)

Stazione A
Lei è una ragazza grossa con le gambe lunghe, Paola. diesel attillati e stivaletti rosa a papera. “le brave ragazze vanno in paradiso, quelle cattive vanno dappertutto”. Un paio di occhiali gucci le coprono il viso paffuto corrucciato e specchiano lui e i suoi amici mentre fumano malboro rosse. Il suo grosso sedere la fa sentire a disagio.

Lui è snello e ha lo schiaffo. Marco. Indossa le converse modello stelline dorate e fuma malboro coi suoi amici parlando di macchine e motorshow.

Paola –sti cazzo di treni-
Paola ha una merit tra le labbra, ma non parte la fiamma dall’accendino violetto.
Marco –hanno rotto il cazzo, vero?-
Marco le porge il fuoco dello zippo.
Paola –minchia-
Paola aspira dalla sigaretta.
Marco –è tutta la settimana che è così, a tutte le ore. Bisogna prenderli a schiaffi, quelli-
Marco annuisce annuendo.

Paola –tu cosa fai su?-
Marco –economia, lascia stare. Un posto di merda, ti stanno tutti dietro. Ooh, ma chi cazzo siete? Marco urla “Ooh, ma chi cazzo siete” con un largo ghigno di autocompiacimento.

Marco –Tu invece che fai?-
Paola –io giurisprudenza-
Marco ride.
Paola –perché ridi?-
Marco –perché mi piacciono tutte ragazze che fanno giurisprudenza- ride ancora.
Paola arrossisce.
Marco prova a baciarla, lei si ritrae.
Marco –che c’è?-
Paola –non mi va, adesso-
Marco –okay-
Marco scrolla le spalle e si volta per andarsene.
Paola ci pensa.
Paola –no, hey. hey aspetta, io sono Chiara-
Marco –sì, certo. io mi chiamo Marcello ok? Ciao bella-
Marco si volta.
Paola ci pensa e lo trattiene per un braccio.
Paola –no, scusa. hai ragione, io sono Paola. Non so perché ti ho detto così, non lo so proprio-
Marco –vuoi che te lo dica io? Perché sei insicura-
Marco la bacia sulle labbra.
Paola risponde al bacio
(Passa una fila di minipony migranti alti una spanna da terra)
Marco la bacia sulle labbra.
(Barbie fa uno sgarbo imperdonabile a ken)
Paola risponde al bacio.
Marco la bacia sulle labbra.
Paola risponde al bacio.
Marco la bacia sulle labbra.

(passano 43 secondi durante i quali 2 righe (bacio/risposta) = 1 secondo)
Paola –la discografia degli of Montreal è di livello eccelso-
Marco –dopo i beatles si fa semplice, copiare i beatles-
Marco le infila tutto il dito indice nell’orecchio.
Paola –non copiano i beatles, li fanno propri e li rielaborano. Ma li hai sentiti i pezzi più elettronici?-
Marco –sì che li ho sentiti, ma hanno semplicemente cambiato impostazione e si sono snaturati. Ora sembrano un poco i lali puna e un po’ i scissor sisters. E i scissor sisters, baby. no eh…-
Paola estrae un innaffiatoio dallo zainetto e innaffia i piedi di Marco.
Paola –è normale. tutto sembra un po’ questo e un po’ quello. Dimmi chi riesce ad essere radicalmente originale, dai… Il punto invece è chi riesce ad ottenere i migliori risultati mescolando le cose più diverse-
(le lollypop fanno la pipì in cerchio)
Marco –zenzero e merda-
Paola –zenzero e merda-
Paola scodinzola insistentemente.
Marco smette di scodinzolare.
Marco –ma che senso ha mescolare zenzero e merda? Ti ascolti gli who, ti ascolti i television, mica ti ascolti quelli che li copiano e lanciano le pettinature-
Una pianta di zucche cresce sui piedi di Marco. intanto Marco estrae l’indice dall’orecchio di Paola.
Paola –per attirare l’attenzione, tutti lo fanno. Anche quelli che dici tu l’hanno fatto, che credi-
Marco –nobile-
Paola –nobile-
Marco –nobile-
Paola –nobile-
Marco –nobile-
Paola –nobile-
Marco –nobile-
Paola –nobile-
Marco –nobile-
Paola –stilizzazione, parodia e rivoluzione. Non c’è altro, ricordatelo-

Marco e Paola accarezzano la zucca che è cresciuta sui piedi di Marco e si baciano ancora appassionatamente.
(Un bambino di stoffa cancella “le brave ragazze vanno in paradiso, quelle cattive vanno dappertutto” dallo zainetto di Paola. Marco non si chiamerà mai Marcello)


Arriva un treno.
Arriva un altro treno. Poi un altro.

1.16.2008

mastella piange un giorno di pace

il papa nottetempo entra nella sapienza di roma e urla "gagarin".
poi. disegna centinaia e centinaia di foglie di fico sulle pagine di ogni manuale di anatomia. ogni manuale di anatomia illustrato. su ogni pene illustrato ora c'è una grossa foglia di fico.
(quando esce è pieno pieno pieno d'amore, e sorride).

la sapienza di roma non si è ancora accorta di nulla, mentre io abbraccio dio che piange nel mio bagno.