12.01.2010

homeworking class

sul tuo comodino hai un libro narrato in seconda persona. il libro è "le mille luci di New York". non riesci ad andare avanti nella lettura, anche se immagini che il libro abbia un sacco di cose da dirti, essendo in seconda persona. passi il tempo offline sui peggiori social network. fotografi parallelamente lo schermo del computer pubblicando in tempo quasi reale le fotografie online perché credi che sia la massima espressione artistica visiva del mondo contemporaneo, quella di restituire allo schermo le immagini filtrate tra l'obiettivo e lo schermo e poi ancora tra lo schermo e l'obiettivo. foto tue, dei tuoi fratelli, dei tuoi amici, delle tue ex fidanzate e di potentissime icone dello spettacolo, del cinema e della musica pop. il gioco è mettere sempre più filtri tra te e il mondo, mostrando immagini sgranate insieme alla polvere di casa depositata sul display del tuo portatile (che è solo l'ennesimo filtro). aspetti che l'università ricominci. aspetti che ti chiamino da lavoro. e aspetti di sfondare nella musica, nel cinema, nella fotografia e nella letteratura, cosa che non succederà mai. e l'attesa diventa qualcosa di statico e non più dinamico. le tue scorciatoie diventano accidia e improduttività, esercizio di stile, fumo. infine pensi che ci siano cose peggiori delle cose peggiori che ti vengono in mente. ovvero quelle che avevi sottovalutato